
CULTURA E RELIGIONE
La recensione
Chimirri e la verità che rende liberi in un mondo nichilista
DI MAURIZIO SCHOEPFLIN
Ha scritto Nicoloaj Berdjaev: « La rinascita cristiana del mondo si otterrà soltanto attraverso il pathos della libertà. Il cristianesimo futuro sarà il cristianesimo della libertà dello spirito, una religione che ha sostenuto la prova della libertà e ha trionfato sulla tentazione di rinunciare al suo fardello » . Queste intense parole ci introducono bene alla lettura di questo libro di Giovanni Chimirri, nel quale l’autore affronta uno dei temi più delicati e decisivi della vita dell’uomo e, nel medesimo tempo, della storia della cultura occidentale. Rivolgendosi ai non specialisti, Chimirri ha scritto un’opera agile, ma non per questo poco rigorosa, e ha saputo cogliere gli snodi nevralgici della questione, come quando, volendo descrivere la situazione dell’umanità del nostro tempo, afferma: « L’unica morale dall’uomo contemporaneo è quella dell’autonomismo decisionale e del liberismo e libertinismo individualistico del tutto disincarnato dalle esigenze della storia, dell’intersoggettività, della polis: la libertà è solo la lotta prepotente della mia volontà contro quella degli altri! » . Se questo, dunque, è il panorama non proprio confortante della libertà nel mondo di oggi, che fare? Cosa pensare? A chi fare riferimento per superare l’impasse? Chimirri non ha dubbi: la risposta risiede nella rivelazione cristiana: « Se la libertà umana - si legge a questo riguardo in apertura del volume non è supportata religiosamente e cristianamente, corre il forte rischio di cadere nel delirio di onnipotenza, nell’aggressività, nella pazzia, nella disperazione e financo nel suicidio … Il cristianesimo ha una concezione della libertà che, pur assolutizzandola, insieme la relativizza e la richiama al senso del provvisorio e del creaturale. La libertà del cristiano sa però insieme di essere destinata ad un compimento trascendente » . Alcune fra le pagine più interessanti del libro sono dedicate alla critica del nichilismo e varie utili considerazioni vengono riservate alla questione della provvidenza, interpretata come l’incontro fecondo e salvifico della libertà di Dio con quella dell’uomo. Gli ultimi due capitoli sono dedicati alla morale e alla vita ultraterrena, considerate nei loro rapporti con la libertà. Chimirri sostiene che solo una libertà creata e non assoluta può giustificare la vita etica e aprire la prospettiva dell’immortalità. Ciò, in ultima analisi, significa che, come è scritto nel Vangelo, soltanto la verità rende autenticamente liberi.
Giovanni Chimirri LIBERTÀ DELL’ATEO E LIBERTÀ DEL CRISTIANO Relazioni e scontri Fede & Cultura Pagine 148 Euro 13,00
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