Alla scuola di Benedetto XVI - Verona 2 aprile 2009

2 aprile 2009 ore 17.30 Biblioteca Capitolare
Piazza Duomo, 13 (Verona)
Presentazione del libro
Alla scuola di Benedetto XVI
di Mons. Gino Oliosi
Partecipa, con l'Autore, don Gabriele Mangiarotti, direttore del sito CulturaCattolica.it

a cura del Centro di Cultura Europea Sant'Adalberto e di Fede & Cultura
per informazioni tel. 045-941851 cell. 347-0846540

Il sabotaggio della Speranza Verona 16 marzo 2009

a Verona
Lunedi 16 marzo ore 20,45
presso l'Aula Magna dell'Ist Alle Stimate
via Montanari, 1 (VR)
conferenza con John Waters, scrittore e giornalista irlandese, vicedirettore di Irish Times
Il sabotaggio della speranza
Conferenza organizzata dal Centro di Cultura Europea Sant'Adalberto

Vescovi e preti eretici

Un interessante articolo orientativo sull'attuale situazione della Chiesa. Ho sperimentato di persona quest'eresia da parte di sacerdoti che mi sbeffeggiavano quando distribuivo il prezioso volume di Mons. Gino Oliosi "Il Demonio come essere personale", a causa della fede cattolica nel demonio.
G.Z.

CITTA’ DEL VATICANO - Come molti sanno, il sottoscritto continua ad esercitare quel particolare ministero che per molti sembra essere qualcosa di segreto e misterioso, ossia il ministero di esorcista, strettamente legato all’ordinazione episcopale. Mi si permetta, in parentesi, di annunziare ai molti che me lo richiedono, la prossima uscita della nuova edizione del mio libro: “Io, Vescovo esorcista” (Ed. Villa di Seriane - BG). L’interesse che il mio libro ha suscitato, e non appare affatto in diminuzione, dice una cosa sola, ed è quella che vorrei qui evidenziare: che non sono pochi i fratelli che chiedono, in alcuni casi disperatamente, l’aiuto materno della Chiesa per ottenere sollievo e liberazione. Che questi fratelli siano davvero tanti lo constato, si può dire, ogni giorno, allorché apro le porte della mia dimora, e soprattutto il mio cuore sacerdotale, alle confidenze, in molti casi dolorosissime, di fratelli e sorelle disturbati dal Maligno. Questo essere mostruoso, come fa sapere a noi esorcisti in maniera sarcastica e trionfante, dice di essere, oggi, assai più libero di svolgere la sua azione nefasta proprio perché coloro (i Vescovi diocesani) che dovrebbero contrastarlo, in nome del potere ricevuto da Cristo, restano inerti o, peggio, mostrano chiaramente di non credere all’azione diabolica e al suo impulsore. Quest’ultima constatazione ho colto e continuo a cogliere sulle labbra di molti fratelli sofferenti, i quali si vedono ingiustificatamente negata quell’azione di soccorso che insistentemente richiedono alla Chiesa e ai suoi legittimi Pastori. Poiché non sono pochi coloro che mi contattano di lontano, sempre io chiedo loro di rivolgersi innanzitutto ai Pastori della propria Chiesa locale. Sonno troppi i casi, ahimè, in cui a questa mia ingiunzione mi si risponde: “Non ci sono esorcisti autorizzati”, oppure - ed è un’affermazione purtroppo frequente -: “Non credono al demonio e alla sua azione”. Quest’ultima asserzione è, ovviamente, la più grave. E se rappresentasse una realtà provata e nei soggetti indicati fosse una convinzione ammessa, anche se non proclamata, ci troveremmo di fronte ad una schiera di… eretici. Sì, eretici, perché bisognerà finalmente chiamare le cose con il loro nome. Sono andato a rileggermi la celebre catechesi di Paolo VI del 15 novembre 1972. Eccola: “(Il peccato) è … occasione ed effetto d’un intervento in noi e nel nostro mondo d’un agente oscuro e nemico, il Demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni”. Papa Montini adopera una circonlocuzione equivalente “…esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesistico…”. Dice dunque con chiarezza che chi non crede all’esistenza del demonio, è fuori dalla confessione di fede cattolica, ed è quindi “eretico”. A proposito, poi, dell’eresia, il Codice di Diritto Canonico, al canone 751, afferma: “Viene detta eresia, l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa” ; si aggiunge inoltre nel canone 1364 che l’eretico incorre nella scomunica latae sententiae. Naturalmente, noi parliamo in generale e non possiamo entrare nella coscienza soggettiva dei singoli. Ma bisognerà pur dire a questi fratelli che è ora di … convertirsi. Anche perché la loro grave posizione - ripeto, oggettivamente parlando e fatte salve le intenzioni e la responsabilità dei singoli - offre al Maligno e ai suoi emissari un supplemento di forza, incredibilmente ampio e rovinoso, e costituisce per i fratelli che ne sono vittime un aggravio di pena, per non parlare della umiliazione a cui essi sono quasi sempre sottoposti, allorché si rivolgono a questi “eretici” inadempienti e, non di rado, sprezzanti e irridenti. Che cosa possiamo fare?, mi sento ripetere da più parti. Io rispondo immediatamente: “Non perdere la fiducia e pregare, pregare, pregare”. È lo scopo di questo mio intervento, sgorgato da un cuore esacerbato di fronte al grido angosciato di tanti fratelli che sono nella più oscura sofferenza. Chiedo a chi mi legge di formare una crociata di suppliche per implorare da Dio non solo l’attenuazione della sofferenza dei fratelli tanto gravemente tribolati ma anche la riduzione all’impotenza dello strapotere del “principe delle tenebre”, ma soprattutto la conversione di questi “nuovi eretici”, che tradiscono la loro missione e offendono, quindi, la carità fraterna. Questi fratelli - anche ciò va ripetuto con chiarezza - dovrebbero riappropriarsi della conoscenza esatta del Vangelo, dovrebbero ripercorrere senza prevenzione l’agiografia cristiana, dovrebbero non chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Vorrei al riguardo ripetere loro con forza: “Vieni e vedi!”. So bene, tuttavia, che per chi non vuole credere, nessun “segno” è sufficiente, mentre per chi crede con umiltà, nessun segno è necessario.

Parlano di noi su Il Foglio del 12 marzo 2009

Sono in tanti a sperare che il motu proprio sia definitivamente morto, e sono in molti, nel mondo ecclesiastico, a darsi a da fare perchè ciò avvenga. Strano, perché una semplice analisi della realtà svelerebbe quello che nella mia esperienza educativa trovo evidente: non è solo il mondo ad aver perso Cristo, ma, come ebbe a dire anche don Giussani, sono parecchi gli uomini di Chiesa, forse ancora prima, ad averlo abbandonato. Una fede che si fa insipida, o troppo umana, proprio nella sua espressione più visibile, la ritualità, perde fedeli: è matematico. Ma nonostante l’opposizione al vecchio rito, e più in generale al suo spirito, sia fortissima e radicata negli ambienti che contano, i segnali di un cambiamento, soprattutto nei giovani, e nel nuovo clero, sono evidenti. L’editore Fede & Cultura è l’unico, a quanto io sappia, che abbia scommesso con fiducia nel rilancio della messa tradizionale. In pochi mesi ha pubblicato diversi titoli: oltre ad l'opuscolo del sottoscritto"La liturgia tradizionale", "La messa antica" di don Francesco Cupello, "La messa non è finita" di Mario Palmaro e Alessandro Gnocchi, il "Messale integrale", e, per ultimo, "Introibo ad altare Dei".
E’, quest’ultimo, un bellissimo manuale ad opera di tre giovanissimi, Elvis Cuneo, Daniele Di Sorco e Raimondo Mameli, in cui la “vecchia” messa viene spiegata passo passo, in tutti i suoi elementi, dal simbolismo, alla gestualità. Un’opera imprescindibile, oggi, per chi voglia accostarsi al vecchio rito come suggerisce Benedetto XVI, cioè ricordando che “il proprium liturgico non deriva da ciò che facciamo ma dal fatto che accade”. Tutti questi libri dell’editore Fede & Cultura non sono rimasti in giacenza, come si sarebbe potuto pensare, e neppure patrimonio di pochi eruditi e curiosi: hanno avuto e stanno avendo una incredibile diffusione. Tra i lettori anche molti sacerdoti che stimano il nuovo rito, ma che desiderano, nel contempo, riappropriarsi di un modo più giusto per celebrarlo, come faceva ad esempio il compianto don Divo Barsotti.
(da Francesco Agnoli, articolo su Il Foglio del 12 marzo 2009)

IDROS e lo scrigno delle carte - Mariano Diotto

Mariano Diotto
Idros e lo scrigno delle carte
Romanzo per ragazzi
Disponibile in anteprima!!!

Recensione
“Anche quell’estate arrivò impetuosa a Key West. E come ogni anno arrivarono anche i Madoc, verso la fine di giugno, secondo tradizione di famiglia.”
È così che inizia l’avventura di Raphael Madoc, un normale ragazzo di dodici anni. L’estate che affronterà lo cambierà per tutta la vita perché lui è: il Prescelto.
Tutto parte da un semplice regalo che suo padre gli consegna prima della partenza per le vacanze: lo Scrigno della Verità. È un gioco che tutti i ragazzi vorrebbero avere, ma che per il nostro eroe si trasformerà in un’indimenticabile avventura nel profondo degli abissi. Lì incontrerà il popolo degli Idros: esseri semi-umani dalla pelle verde che nel passato erano uomini ma che per loro scelta si erano trasferiti in fondo al mare.
Molti personaggi tessono la trama di quest’avvincente avventura: il giovanissimo Principe Brendon, la perfida Principessa Fallon Poleyn, il saggio Aran Bennett e i suoi intraprendenti figli Raya e Farris, il Comandante delle Guardie del Presidio Brock Hell, l’enigmatico Cardinale John Morton, la coraggiosa Naida.
In perenne corsa contro il tempo tra il Presidio e l’Abbazia, il Prescelto cercherà di comprendere cosa si nasconde nel libro della legge chiamato il Protocollo.
Ma chi sono in realtà gli Idros? Perché si sono staccati dalla Terra per andare a vivere in fondo agli abissi in un’isola che si chiama Utopia? E come mai Raphael è il Prescelto?
Inseguimenti, sotterfugi, cunicoli misteriosi e un processo, in cui Raphael Madoc è l’indiziato principale di un omicidio, sono gli ingredienti di questo coinvolgente sussidio per l’estate ragazzi.
L’Autore
Mariano Diotto
, nato a Torino nel 1971, è laureato in Scienze della Comunicazione Sociale e in Teologia. In questi studi riconosce la sua passione per la musica, per la televisione, per la spiritualità, per la scrittura e la narrativa per i ragazzi, affascinato da come questi elementi comunicativi così diversi possano unirsi in un unico linguaggio.
Attualmente insegna Semiotica all’università, continuando a svolgere attività ricreative ed educative per ragazzi e giovani.
Ha scritto diversi racconti per ragazzi dai quali sono stati tratti dei sussidi di successo per l’animazione: Il segreto di Ryù (2004), Mega-play. Una vita in gioco (2005), Enigma. Famiglie nel mistero (2006), Esteban (2007).
Nel 2008 ha esordito con il suo primo romanzo: L’acchiappasogni di Hashale, che l’ha portato in numerose scuole a contatto con i suoi giovani lettori.
Con Idros e lo Scrigno delle carte torna a scrivere un romanzo appartenente a un genere letterario a lui caro: il fantasy.
Il romanzo è stato adattato e utilizzato da INEstate come cornice narrativa per la creazione di un sussidio per l’animazione e la formazione di bambini e ragazzi.
Destinatari
Ragazzi, bambini, educatori, animatori, sacerdoti
Nota breve
Romanzo fantasy di narrativa per ragazzi.
Da questo romanzo è stato tratto il sussidio e il quaderno operativo omonimo per l’animazione di Grest, estate ragazzi e campi-scuola ad uso dei formatori, animatori, sacerdoti.
Argomento: avventure, divertimento estivo, giochi, fede, Utopia, Tommaso Moro, Atlantide
Collana: Fuori collana
Pagine 320
Altezza 13,8
Larghezza 20,5
Tipo di copertina: brochure
Prezzo: € 12.00 (estero 22, postacelere 25)
Isbn: 978-88-6409-000-9
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